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Messaggio Da chicco Ven Gen 23, 2009 8:57 pm

LA SOGGETTIVITA’ SOCIALE DELLA FAMIGLIA

La famiglia si propone come spazio di quella comunione, tanto necessaria in una società sempre più individualistica, nel quale far crescere un’autentica comunità di persone grazie all’incessante dinamismo dell’amore, che è la dimensione fondamentale dell’esperienza umana e che trova proprio nella famiglia un luogo privilegiato per manifestarsi. Grazie all’amore, realtà essenziale per definire il matrimonio e la famiglia, ogni persona, uomo e donna, è riconosciuta, accolta e rispettata nella sua dignità. L’amore si esprime anche mediante una premurosa attenzione verso gli anziani che vivono nella famiglia: la loro presenza può assumere un grande valore. L’essere umano è fatto per amare e senza amore non può vivere. Di fronte alle teorie che considerano l’identità di genere soltanto come prodotto culturale e sociale derivante dall’intenzione tra la comunità e l’individuo, prescindendo dall’identità sessuale personale e senza alcun riferimento al vero significato della sessualità, la Chiesa non si stancherà di ribadire il proprio insegnamento: “Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. La natura dell’amore coniugale esige la stabilità del rapporto matrimoniale e la sua indissolubilità. L’introduzione del divorzio nelle legislazioni civili ha alimentato una visione relativistica del legame coniugale e si è ampiamente manifestata come una vera piaga sociale. La Chiesa non abbandona a se stessi colo che, dopo un divorzio, si sono risposati. La Chiesa prega per loro, li incoraggia nelle difficoltà di ordine spirituale che incontrano e li sostiene nella fede e nella speranza. Le unioni di fatto, il cui numero è progressivamente aumentato, si basano su una falsa concezione della libertà di scelta degli individui e su un’impostazione del tutto privatistica del matrimonio e della famiglia. L’eventuale equiparazione legislativa tra la famiglia e le unioni di fatto si tradurrebbe in un discredito del modello di famiglia. Un problema particolare collegato alle unioni di fatto è quello riguardante la richiesta di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali. La persona omosessuale deve essere pienamente rispettata nella sua dignità e incoraggiata a seguire il piano di Dio con un impegno particolare nell’esercizio della castità. La solidità del nucleo familiare è una risorsa determinante per la qualità della convivenza sociale, perciò la comunità civile non può restare indifferente di fronte alle tendenze disgregatrici che minano alla base i suoi stessi pilastri portanti. Se una legislazione può talvolta tollerare comportamenti moralmente inaccettabili, non deve mai indebolire il riconoscimento del matrimonio monogamico indissolubile quale unica forma autentica della famiglia. L’amore coniugale è per sua natura aperto all’accoglienza della vita. La procreazione esprime la soggettività sociale della famiglia ed avvia un dinamismo di amore e di solidarietà tra le generazioni che sta alla base della società. La famiglia fondata sul matrimonio è davvero il santuario della vita. Le famiglie cristiane, in forza del sacramento ricevuto, hanno la peculiare missione di essere testimoni e annunciatrici del Vangelo della vita. La famiglia contribuisce in modo eminente al bene sociale mediante la paternità e la maternità responsabili, forme peculiari della speciale partecipazione dei coniugi all’opera creatrice di Dio. Circa i mezzi per attuare la procreazione responsabile, vanno anzitutto rifiutati come moralmente illeciti sia la sterilizzazione sia l’aborto. Va pure rifiutato il ricorso ai mezzi contraccettivi nelle loro diverse forme: tale rifiuto si fonda su una corretta e integrale concezione della persona e della sessualità umana ed ha il valore di un’istanza morale a difesa del vero sviluppo dei popoli. Il giudizio circa l’intervallo tra le nascite e il numero dei figli da procreare spetta soltanto agli sposi. Sono moralmente condannabili come attentati alla dignità della persona e della famiglia tutti i programmi di aiuto economico destinati a finanziare campagne di sterilizzazione e di contraccezione o subordinati all’accettazione di tali campagne. Il desiderio di maternità e di paternità non giustifica alcun “diritto al figlio”, mentre invece sono evidenti i diritti del nascituro, al quale devono essere garantite condizioni ottimali di esistenza, mediante la stabilità della famiglia fondata sul matrimonio e la complementarietà delle due figure, paterna e materna. Una questione di particolare rilevanza sociale e culturale, per le molteplici e gravi implicazioni morali che presenta, è quella riferita alla clonazione umana, termine che di per sé, in senso generico, significa riproduzione di una entità biologica geneticamente identica a quella di origine. I genitori, quali ministri della vita, non devono mai dimenticare che la dimensione spirituale della procreazione merita una considerazione superiore a quella riservata a qualsiasi altro aspetto. Con l’opera educativa, la famiglia forma l’uomo alla pienezza della sua dignità secondo tutte le sue dimensioni, compresa quella sociale. La famiglia ha un ruolo del tutto originale e insostituibile nell’educazione dei figli. I genitori sono i primi, ma non gli unici, educatori dei loro figli. Spetta a loro dunque, esercitare con senso di responsabilità l’opera educativa in stretta e vigile collaborazione con gli organismi civili ed ecclesiali. I genitori hanno il diritto di fondare e sostenere istituzioni educative. La famiglia ha responsabilità di offrire un’educazione integrale. Nell’educazione dei figli, il ruolo materno e quello paterno sono ugualmente necessari. I genitori hanno pio una particolare responsabilità nella sfera dell’educazione sessuale. La DSC indica costantemente l’esigenza di rispettare la dignità dei bambini. I diritti dei bambini devono essere protetti dagli ordinamenti giuridici. La situazione di una larga parte dei bambini nel mondo è lungi dall’essere soddisfacente, per la mancanza di condizioni che favoriscano il loro sviluppo integrale, malgrado l’esistenza di uno specifico strumento giuridico internazionale a tutela dei diritti del fanciullo.

chicco

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